Rapporto gestione RAEE 2022

Secondo il Rapporto gestione RAEE 2022 il tasso di raccolta dei rifiuti tech l’anno scorso era del 34,01%, lontano dal target europeo del 65%

Lo scorso anno le aziende che si occupano del trattamento dei Raee domestici e professionali hanno gestito oltre 535mila tonnellate, il 4,9% in più rispetto al 2021. secondo il Rapporto gestione RAEE 2022 di CdC Raee, l’aumento dei flussi trattati non è sufficiente a diminuire il gap rispetto alla crescita dell’immesso di AEE dell’ultimo triennio, rallentato ancora una volta dalla dispersione dei rifiuti tecnologici al di fuori dei canali ufficiali. Di conseguenza, il tasso di raccolta sull’immesso diminuisce, allontanando l’Italia dagli obiettivi europei

Le materie prime critiche sono sostanziali per lo sviluppo di alcune tecnologie chiave per la politica energetica e digitale e di conseguenza per attuare la transizione ecologica. Va in questa direzione la recente decisione della Commissione europea di aggiornare la lista di queste materie portandole da 20 a 34. Contestualmente la Commissione ha pubblicato il “Critical Raw Materials Act”, fondato sulla diversificazione degli approvvigionamenti e sulla promozione della circolarità con l’obiettivo di rinforzare la propria autonomia strategica da paesi terzi. Uno degli scopi del piano prevede che entro il 2030 il 15% del fabbisogno annuo di ciascuna materia prima debba essere soddisfatta dal riciclo.

Un contributo essenziale in questo senso lo offrono i prodotti tecnologici dismessi, i cosiddetti RAEE, dal cui recupero si possono ottenere una varietà significativa di materie prime critiche. Gli impianti di trattamento dei RAEE in Italia fanno la loro parte purtroppo, il nostro Paese fa fatica a raccogliere questa tipologia di rifiuti, e di conseguenza a recuperare maggiori quantitativi di materie necessarie per la transizione ecologica. Alla base vi sono diversi fenomeni: i comportamenti non corretti di conferimento dei rifiuti tecnologici da parte dei cittadini , la dispersione dei RAEE al di fuori dei canali ufficiali e la mancanza di controlli adeguati a contrastare tali fenomeni.

La conseguenza è che l’Italia è in ritardo sugli obiettivi di raccolta previsti a livello europeo. Lo conferma il Rapporto gestione RAEE 2022, disponibile da oggi sul sito cdcraee.it nella sezione dedicata Rapporti Impianti, dal quale emerge che il tasso di raccolta dei rifiuti tecnologici lo scorso anno si attesta al 34,01%, molto lontano dal target europeo del 65%.

Questo valore deriva dalle dichiarazioni annuali fatte dagli impianti di trattamento iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento RAEE. Le aziende che gestiscono i RAEE hanno infatti l’obbligo (art. 34 D. lgs 49/2014) di comunicare al consorzio, entro il 30 aprile di ogni anno, i volumi di rifiuti elettronici gestiti nel corso dell’anno precedente.

Sulla base dei dati ricevuti, il Centro di Coordinamento può monitora l’andamento dell’Italia rispetto agli obiettivi di raccolta imposti dalla Direttiva europea sui RAEE 2012/19/UE.

Dal rapporto emerge che gli impianti hanno avviato a recupero 535.180 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), il 4,9% in più rispetto ai quantitativi dichiarati nel 2021.

Il 70,4% dei volumi trattati, pari a 376.882 tonnellate, sono di provenienza domestica, mentre il restante 29,6%, corrispondenti a 158.298 tonnellate è riferibile ai RAEE di origine differente dai rifiuti tecnologici provenienti dai nuclei domestici (i cosiddetti RAEE professionali). Rispetto all’anno precedente, rifiuti tecnologici domestici e professionali hanno evidenziato andamenti opposti nella raccolta: i primi sono calati del 3,9%, al contrario i secondi hanno evidenziato un incremento significativo a doppia cifra (+34,1%).

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