Secondo il Trends Report 2026 di Dentsu Creative i clienti chiedono supporto dell’AI ma anche profondità dell’esperienza umana
Il nuovo Trends Report 2026 di Dentsu Creative, intitolato “Generative Realities”, fotografa una società sospesa in un paradosso affascinante: un mondo contemporaneamente esausto ed euforico di fronte all’accelerazione tecnologica. Basato su una ricerca globale condotta su 4.500 consumatori, il documento rivela come il 2026 non sarà l’anno della sottomissione totale all’algoritmo, ma quello di un nuovo equilibrio strategico tra l’efficienza dell’intelligenza artificiale e la profondità dell’esperienza umana.
Secondo Yasu Sasaki, Global Chief Creative Officer di Dentsu, sta emergendo una tensione creativa senza precedenti dove le persone bramano allo stesso tempo l’iper-reale tecnologico e il fatto a mano. Questa dualità si manifesta innanzitutto nel concetto di fuga dalla realtà. Con traguardi tradizionali come la proprietà di una casa che diventano sempre più difficili da raggiungere, il 70% dei consumatori cerca rifugio in universi immaginari, fandom e un’estetica “cute” che trasforma il collezionismo e il gioco in vere ancore emotive per adulti.
Parallelamente, l’Intelligenza Artificiale sta compiendo un salto evolutivo, passando da mero strumento funzionale a interlocutore intimo. I dati mostrano che il 32% degli intervistati sente che l’IA sia in grado di comprenderli meglio degli amici o della famiglia, alimentando il trend degli “Electric Dreams”. Tuttavia, a questa spinta digitale corrisponde una reazione uguale e contraria: la stanchezza algoritmica sta spingendo quasi la metà della Gen Z a cercare attivamente di “staccare la spina”, riscoprendo il valore del tatto, dell’imperfezione e dell’artigianato in quello che il report definisce un futuro analogico.
Il ritorno alle radici non è però un semplice sguardo al passato, ma una reinterpretazione moderna della tradizione. Il 75% delle persone esprime il desiderio di passare più tempo a contatto con la natura, favorendo stili di vita iper-locali e rituali quotidiani che offrano un senso di stabilità. Questa ricerca di radicamento influenza anche il modo in cui socializziamo: contro la crisi della solitudine, nascono nuove forme di comunità intenzionali, come i club di lettura silenziosi o eventi che privilegiano la qualità della connessione rispetto alla quantità delle interazioni.
La sfida cruciale per i brand nel 2026 risiederà nella capacità di gestire quello che Dentsu chiama il “paradosso dell’attrito”. Mentre l’IA promette di eliminare ogni ostacolo, i consumatori iniziano a cercare deliberatamente piccoli ostacoli o “attriti positivi” che rendano l’esperienza memorabile e umana. Il successo non dipenderà più solo dalla velocità o dalla comodità, ma dalla capacità di integrare l’intelligenza tecnologica con l’empatia, trasformando la tecnologia in un mezzo per scalare ciò che è profondamente e autenticamente umano.
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